Il 2020 decreterà la fine di Facebook. Come no…

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Poche settimane fa è stata pubblicata una ricerca, promossa dalla celebre Università di Princeton, i cui dati sembrerebbero affermare che la fine del social network più importante del mondo sia piuttosto vicina. Dopo poco, la smentita -e che cinica smentita– è arrivata dal team di Menlo Park, pronto a difendere con i denti la propria “creatura”.

Sostanzialmente, i ricercatori di Princeton non hanno fatto altro che paragonare la diffusione della piattaforma social di Palo Alto alla diffusione delle più comuni malattie ed hanno quindi traslato i modelli statistici tipici dell’analisi del contagio all’analisi dell’uso di Facebook, in modo da spiegarne i meccanismi di accettazione e di adozione da parte degli utenti e di progressivo abbandono.  Dallo studio è pertanto emerso, in maniera piuttosto scioccante, che il social network in blu comincerà a breve e perdere i primi utenti, per raggiungere un picco di disaffezione dell’80% già nel 2017. Questo principalmente perchè, secondo loro, la parola “Facebook” è sempre meno cercata dagli utenti della rete.

Dati preoccupanti quindi, che hanno rumoreggiato parecchio nel web e che hanno risuonato altrettanto forte anche tra le mura dell’headquarter di Facebook a Palo Alto. Hanno echeggiato a tal punto che Facebook stesso, e il suo team, hanno deciso di intervenire e di farlo in modo decisivo, così da sviare ogni sospetto da parte dei pubblici della rete rispetto a quello che sarà il suo futuro nei prossimi anni.

Peccato che Zuckerberg e i suoi, per rispondere alle teorie proposte dalla ricerca, non hanno semplicemente scelto di dimostrare la propria forza e la propria vitalità ma hanno deciso aggressivamente, con un tono forse anche polemico, di confutare la stessa teoria che ha gettato discredito sul futuro del social e quindi anche dell’azienda. I ricercatori, questa volta di Facebook, hanno usato la stessa teoria dell’Università di Princeton creando un nuovo studio, basato sullo stesso metodo sul quale si fonda la ricerca incriminata, e applicandolo proprio all’Università e alla sua longevità, dimostrando così che anche questa sarebbe prossima alla dipartita. Data di estinzione prevista?2020.

L’ironia con cui il team di Facebook ha colto il “presagio” è poi proseguita sostenendo, sempre nell’articolo, che i membri di Facebook:

mentre sono preoccupati per l’Università di Princeton, sono molto più in ansia per il futuro del pianeta. Le ricerche di Google Trends per la parola “air”-infatti- sono diminuite rapidamente e le previsioni mostrano che entro il 2060 non rimarrà più un briciolo di aria.

Ovviamente si tratta di un modo allegro e pungente per affrontare quelle che, da Facebook, sono state recepite come “accuse” un po’ superficiali e poco ponderate. E’ pur vero che il social inizia a perdere qualche colpo, soprattutto verso le fasce più giovani, sempre più attratte da nuove piattaforme e servizi all’avanguardia.

Ma d’altro canto questo è il motore che spinge lo stesso social network a mantenersi sempre aggiornato e in linea con le esigenze del proprio pubblico. Gli annunci dell’arrivo imminente di nuove e stravolgenti novità, come Paper e Trending, che dovrebbero portare a rivoluzionare nuovamente l’aspetto e le funzioni del social network in blu si fanno, infatti,  sempre più numerose: per questo dedicheremo loro lo spazio che meritano nei prossimi articoli. Quindi non mi resta di ricordarvi di continuare a leggerci!

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