Professional branding sui social, il lavoro passa attraverso la promozione di se stessi

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Si stima che nel 2020 circa la metà dei lavoratori sarà indipendente. Un’evoluzione che riporta in primo piano la questione del professional branding. E la necessità di valorizzare se stessi e ritagliarsi una credibilità professionale sia online che offline.

Come sviluppare e promuovere il proprio “personal brand” online?

Quando si fa uso di un social network, si cura un blog o un sito web, a qualsiasi titolo, occorre tenere presente che si tratta di un’attività online pubblica e tracciabile, che può essere presa in considerazione da un potenziale datore di lavoro. O da un potenziale cliente, se siamo in possesso di un’attività in proprio, per conoscerci e misurare la nostra professionalità.

Ciò significa che ogni canale di comunicazione online che utilizziamo entra a far parte della nostra attività di professional branding e può avere un risvolto negativo o positivo sulla nostra vita professionale.

Per sviluppare il proprio personal branding si deve partire dalla cura dei propri canali social. Un uso accorto e impeccabile di queste piattaforme, infatti, può aiutarci a costruire una sorta di portfolio personale.

In che modo? Il primo passo consiste nel curare con costanza la distribuzione di contenuti appropriati, adeguati al linguaggio di ciascuna piattaforma.

L’uso di Twitter

Tra i social network, quello che non si può trascurare nella cura del proprio brand personale è sicuramente Twitter.

Indipendentemente dal settore di appartenenza, il social dei 140 caratteri può aiutare a intrattenere contatti salienti. E a instaurare una comunicazione diretta con esperti e influencer del proprio settore.

Per farlo, prima di produrre contenuti in proprio, è importante perdere un po’ di tempo per fare qualche ricerca preliminare. Per individuare le tematiche di interesse, gli argomenti più discussi e i trend topic su cui poi produrre interventi in proprio, sfruttando gli hashtag giusti.

La frequenza di pubblicazione dev’essere elevata, almeno giornaliera, in modo tale da costituire un flusso costante e puntuale.

Quanto ai contenuti da privilegiare, è indispensabile che riguardino in qualche modo tematiche della propria sfera professionale. Solo così si può rafforzare il proprio brand personale in termini di credibilità e autorevolezza.

L’uso di Linkedin

La piattaforma primaria per la propria attività di professional branding non può che essere Linkedin, il social delle professioni.

Per ritagliarsi un profilo di serietà all’interno del proprio ambito professionale è fondamentale possedere un profilo Linkedin.  Curarlo nei minimi dettagli e aggiornarlo costantemente.

A differenza di altri social network, su Linkedin ci si può limitare a pubblicare anche un solo post a settimana. A patto che si tratti di qualcosa di realmente attinente la propria storia professionale:

  • Si può condividere un articolo proprio;
  • rilanciare un intervento altrui;
  • veicolare un contributo tratto dalla propria esperienza lavorativa;
  • pubblicare una ricerca o un’infografica.

Ma senza strafare. Su Linkedin, infatti, è più importante esprimersi al meglio attraverso il proprio profilo:

  • Mantenere aggiornata la propria descrizione;
  • elencare le proprie abilità;
  • scegliere un’immagine del profilo appropriata.

Come comportarsi sugli altri social network

Anche gli altri social network, come Facebook e Instagram, pur essendo canali più incentrati sul lato personale, che inducono alla condivisione di aspetti più leggeri della propria quotidianità, possiedono un potenziale in termini di personal branding.

Possono essere utilizzati, infatti, per ampliare lo sguardo al di là delle specifiche competenze professionali. Per mostrarsi anche come persone, con passioni, hobby e impegno a favore di cause che esulano dalla propria attività professionale. Ma che risultano altrettanto importanti per comporre il quadro della propria personalità e della propria indole.

Se, invece, si preferisce trascurare queste piattaforme, almeno per quanto riguarda l’uso attivo, si deve comunque fare attenzione a quanto viene pubblicato da altri utenti e che può essere associato a noi tramite tag e condivisioni sul nostro profilo.

Ogni contenuto riferibile al nostro profilo, infatti, può essere preso in considerazione da datori di lavoro o da potenziali clienti per ricostruire la persona che si cela dietro quell’identità online.

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