Google pota i rami secchi

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Nonostante l’estate sia iniziata già da un po’, Google sembra non volere fermarsi nel fare le pulizie di primavera, eliminando tutti quei servizi considerati ormai obsoleti e superflui da parte della casa di Mountain View, col fine di migliorare l’efficienza del colosso del web. L’amministratore delegato Larry Page ha infatti deciso di dedicare la propria attenzione a tutti quei prodotti creati all’interno dell’azienda ma in via d’estinzione a causa di un insufficiente utilizzo da parte degli utenti.

Primo tra tutti, ad essere eliminato sarà IGoogle, ovvero il servizio nato nel 2005 che permette di personalizzare l’homepage del motore di ricerca secondo i propri gusti e le proprie esigenze, aggiungendo widget e applicazioni e persino modificando layout e grafiche. IGoogle verrà chiuso tra 16 mesi, precisamente il 16 novembre 2013, mentre la sua versione mobile non sarà più disponibile per gli utenti già a partire dalla fine del mese. I social media, le numerose interazioni tra gli utenti e le piattaforme mobile, come Android e iOS, hanno realmente ridotto drasticamente l’utilizzo del servizio da parte degli internauti, fino al punto di indurre Google stesso a decidere di chiudergli i battenti.

Così infatti hanno commentato la dipartita di IGoogle i tecnici di Mountain View :

Quando abbiamo lanciato iGoogle nel 2005, non potevamo immaginare come le applicazioni web e in mobile sarebbero state in grado di offrire in tempo reale informazioni personalizzate a portata di mano. Con le applicazioni più recenti in esecuzione su piattaforme quali Google Chrome e Android, la necessità di un’applicazione come iGoogle ha perso valore nel tempo.

Sebbene la notizia si giunta in sordina, sono convinta che non tarderà a suscitare numerose polemiche da parte degli utenti che ritengono il servizio ancora indispensabile per la propria navigazione sul web, nonostante il lasso di tempo che precede la sua definitiva chiusura sia piuttosto ampio, concedendo così facilmente la possibilità a tutti gli internauti affezionati al servizio di adeguarsi al cambiamento. Cambiamento che peraltro non coinvolge solo IGoogle, ma anche tanti altri servizi made by Big G come Google Mini, Google Talk Chatback e Symbian Search App, Google Lab e Google Video.

Le motivazioni alla base di questi “tagli di personale” all’interno di casa Google, oltre ad esser spinti dalla volontà di sintetizzare i progetti a cui dedicare l’attenzione dei tecnici di Mountain View, risiedono principalmente nel fatto che i social network e gli smartphones hanno così rapidamente e incisivamente cambiato l’universo del web, che tutti questi progetti col tempo si sono rivelati assolutamente superflui, nonché dispendiosi per il motore di ricerca più importante del mondo. Basta pensare a Google Video che, da quando Google ha acquistato il suo principale concorrente, ovvero Youtube, non ha più senso di esistere.

Molto probabilmente Google ha deciso di investire tutte le risorse risparmiate, grazie al taglio di questi servizi, nel suo social network: Google Plus. Del resto, è ben nota l’ossessione di Big G per il suo principale antagonista, Facebook, e, forse, i vertici dell’azienda avranno deciso di implementare ulteriormente gli sforzi per contrastare la sua assoluta predominanza all’interno del web.

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