Fenomeno della compravendita di fans e di followers

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Già da tempo esistono numerosissimi siti web che letteralmente “vendono fan” per le pagine Facebook, e recentemente se ne sono sviluppati anche per la compravendita di follower sulla piattaforma Twitter.

Ma cerchiamo di capire nel dettaglio come funzionano.

Per quanto riguarda Facebook, le società che offrono questo servizio danno la possibilità, ai propri clienti, di rivolgersi ad uno specifico target, un po’ come accade per le inserzioni. Ma soprattutto, sempre come nelle inserzioni, consentono di rivolgersi ad un pubblico proveniente da una selezionata zona geografica, poichè infatti sarebbe inutile e contro-producente ottenere dei fan che poi non possono nè scambiare informazioni nè tanto meno sfruttare realmente la piattaforma per diventare dei potenziali clienti. I tempi per ottenere i risultati desiderati sono medio-lunghi, poichè ammontano dal paio di settimane a qualche mese, mentre i costi sono assolutamente irrisori. Nei vari siti infatti, indicativamente, offrono dai 100 fan per 15 $ ai 10.000 fan per 730$.

Sostanzialmente quello che fanno è inviare l’invito a diventare fan della propria pagina ai loro contatti, che possono accettare così come rifiutare l’offerta. Per questa ragione, a volte, i tempi “di consegna” si dilatano notevolmente.

Per Twitter il fenomeno è il medesimo, ma in questo caso i siti di compravendita offrono pacchetti di follower al mese (o al giorno) in cambio di una sorta di abbonamento a pochi dollari(es. Twitisgood) oppure pacchetti “fissi” di follower, che saranno aggiunti all’account, nell’arco di qualche giorno (es. Purchasetwitterfollower).

Questo nuovo trend che,a quanto pare, è sempre più in aumento, induce chiaramente ad una domanda fondamentale:

Perchè qualcuno (sia esso un’azienda, un brand, etc) dovrebbe avere bisogno di comprare fans o followers?

Innanzitutto avere un’ampio numero di fans/followers induce gli utenti a credere che quella determinata azienda (o marchio) sia affidabile e pertanto sono spinti a ritenere che si tratti di una buona azienda (o marchio). Legato a questa ragione risiede il fatto che, avere molti fans/followers, spinge sempre più utenti a diventare a loro volta fan/follower, proprio perchè il vasto numero di seguaci attribuisce una maggiore credibilità all’azienda stessa (l’utente è letteralmente indotto a pensare “se tutti mettono mi piace, o sono follower, di questa pagina perchè non dovrei esserlo anche io?”). Infine, ma non meno importante, avere una grande mole di seguaci permette all’azienda, proprietaria della pagina, di parlare ad un pubblico sempre più vasto, quindi potenzialmente, di poter raggiungere un sempre maggior numero di clienti.

In realtà le cose non sono esattamente così. O meglio, chi ragiona così non ha capito effettivamente come funzionano questi due social networks.

In Twitter per esempio, dal momento che solitamente gli utenti scelgono le pagine in base ai propri interessi e gusti, non è tanto importante quanti followers siano presenti nella propria pagina, piuttosto che essi siano clienti affezionati e fedeli. Lo stesso vale per Facebook, che peraltro mette a disposizione diversi servizi, come le iscrizioni, per aumentare (senza scorciatoie, che potrebbero risultare sospette) il numero dei propri fan.

Ciò che conta insomma non è tanto incrementare in maniera incontrollata la propria popolarità che, certamente resta un punto nodale per una buona campagna di marketing se fatto con i mezzi giusti, quanto più cercare di fidelizzare i propri clienti, instaurando con loro un rapporto di reciproca fiducia e serietà.

Voi cosa ne pensate?

5 commenti
  1. elly
    elly dice:

    Concordo pienamente sulla buona campagna di marketing se fatto con i mezzi giusti, c’e’ da dire che la strada e’ costosa e poco remunerativa. almeno per ora.

    Sarebbe interessante sapere come la pensa chi li ha acquistati.

    “Analizza i fatti e parla con i dati”
    Ishikawa Kaoru

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