Il killer cibernetico

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Il grande sviluppo dei canali multimediali e la convergenza culturale che ha accompagnato questi strumenti, ha portato ad una moltiplicazione esponenziale dei canali di comunicazione, i quali consentono a tutti, o quasi (non dimentichiamo il digital divide) di rimanere connessi a migliaia e migliaia di utenti provenienti da tutto il pianeta in ogni istante della giornata.

Questo ha consentito un notevole miglioramento ed una forte e rapida evoluzione del nostro modo di comunicare, che si è fatto sempre più fitto e multicanale. Ma come risvolto della medaglia ha anche impedito, o quanto meno ostacolato, la possibilità di gestire al meglio la mole di informazioni, individuando solo quelle che sono davvero importanti o che realmente ci interessano. Ecco perché allora ci occupiamo dei killer digitali, che non sono applicazioni, ma strategie studiate appositamente (prima dai siti poi dai singoli utenti) per filtrare tra i milioni di input e di messaggi quotidiani conservando solo quelli utili e rilevanti.

Con i miliardi di contenuti postati ogni giorno all’interno delle proprie piattaforme i social network sono stati i primi ad adottare soluzioni in grado di consentire ai propri iscritti la possibilità di gestire autonomamente le proprie informazioni sulla base delle singole preferenze.

Lo ha fatto di recente Facebook, con l’introduzione delle liste e dei Newsfeed che consentono di arricchire la propria bacheca più frequentemente con informazioni simili a quelle che in passato erano state più apprezzate. Ancor più recente è invece l’adozione di Twitter del sistema Discover che consente di leggere i tweet in maniera diversa, dando priorità a determinati temi o ad altri. Ma il capostipite e l’apri-fila di questa strategia è stato Google Plus con l’introduzione delle cerchie, le quali permettono di creare vere e proprie gerarchie tra gli amici in modo da generare corrispettive gerarchie di contenuti.

Quello che queste soluzioni vogliono suggerire è che nel 2012 avrà fortuna chi sarà capace di creare contenuti giusti ed apprezzati, in maniera da essere scartati il meno possibile, comunicando in modo mirato ai propri amici e clienti, condizionandoli nelle scelte di filtraggio delle proprie conversazioni. Per questo le marche possono adottare varie strategie, tra le quali evitare di produrre contenuti troppo generali e generici, sfruttare le funzioni più mirate offerte dai siti web come le social ads (che meglio di tutte identificano in giusto target di riferimento per un determinato contenuto), ma soprattutto provando a interagire al meglio con i singoli gruppi di amici o followers in modo da non rivolgersi mai all’intero pubblico disponibile (rischiando di far perdere il messaggio) ma sempre a utenti mirati ed interessati. Ed in ultima istanza, calcolando preventivamente quei momenti della giornata meno affollati di conversazioni e di interazioni, in modo che il nostro messaggio rimanga “vivo”, e quindi leggibile, il più a lungo possibile.

Come potete vedere le problematiche che affliggono l’era del web 2.0 sono numerose e certamente diverse rispetto a quelle del web di qualche anno fa. Per questa ragione la soluzione migliore per potenziare le proprie capacità in modo da ottenere tutti gli obbiettivi sperati, è affidarsi a mani esperte, capaci di studiare le tecniche migliori per ciascuno di voi.

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